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Raffaele Rossano

Nacque a Castelvetrano in provincia di Trapani il 18 marzo 1901 da Giovanni e Giuseppina Pisciotta. Si laureò in giurisprudenza nella R. Università di Palermo il 1° dicembre 1924 e l’anno successivo, il 4 luglio 1925, sposò Giovanna Mancini dalla quale ebbe una figlia, Giuseppina (1926).

Iniziò la carriera nella pubblica amministrazione quale volontario nel Ministero delle finanze e venne destinato, dal 10 aprile 1924, all’Agenzia delle imposte di Piombino. Nello stesso anno fu nominato procuratore di 2° classe (d.m. del 23 dicembre 1924); nel marzo del 1926 vinse il concorso pubblico per esami a 20 posti di vice segretario della Corte dei conti, collocandosi al 5° posto in graduatoria e assumendone la carica nel dicembre dello stesso anno; durante questo intervallo di tempo, il 16 giugno 1926, venne nominato volontario presso la Corte, motivo per cui venne rimosso dai ruoli del Ministero delle finanze.

Promosso al grado di segretario (d.m. 10 maggio 1930) fu poi nominato primo segretario (d.m. 5 agosto 1932); nel 1938 venne destinato agli uffici di controllo della Delegazione di Harrar col grado, prima, di vice referendario di 1° classe, poi, di referendario.

Nel 1940, tornato nel Regno per motivi inerenti lo stato di guerra, riprese temporaneo servizio presso la Sede centrale, cessando dal grado di referendario, che gli verrà ripristinato quando, nel 1941, sarà destinato alla Delegazione della Corte di Tripoli e contemporaneamente aggregato alla Sezione giurisdizionale.

Nel 1942, Rossano fu costretto a lasciare Tripoli e a rientrare in Patria e successivamente, nel 1943, venne trasferito d’autorità e destinato agli uffici della Corte nell’Italia settentrionale ove venne assegnato alla Procura generale dapprima, come magistrato addetto alle Sezioni II e III giurisdizionale di Cremona per le pensioni civili e militari e poi come referendario addetto al Segretariato generale.

Inscritto al Partito fascista dal 29 ottobre 1932, nel 1945 venne temporaneamente sospeso in attesa di giudizio di epurazione ma, in seguito alla dichiarazione sulla corretta condotta politica e morale, da parte dell’Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo, nonché all’accertamento della sua appartenenza al Gruppo segreto antifascista della Corte, venne reintegrato conservando il grado di referendario (d.p.c. 30 novembre 1945).

Ripreso servizio, dal 1945 al 1952, venne assegnato, in qualità di direttore, all’Ufficio di controllo della Corte, presso il Provveditorato regionale alle opere pubbliche nelle sedi di Catanzaro, Bari e Palermo.

Con decreto presidenziale del 12 gennaio 1954 assunse la carica di consigliere della Corte e fu destinato alle Sezioni della Corte dei conti per la Regione siciliana.

Prima e dopo la sua nomina a consigliere, Rossano, rivestì diversi ruoli tra i quali: presidente del collegio dei revisori del Fondo siciliano per la qualificazione, il perfezionamento e la rieducazione dei lavoratori disoccupati (1951), membro della Commissione incaricata di invigilare sulla concessione di mutui alle cooperative edilizie fra dipendenti dell’amministrazione regionale siciliana (1952), componente effettivo del collegio sindacale dell’Ente di riforma agraria in Sicilia (1956), membro effettivo del Comitato centrale per le Aziende autonome delle Terme di Sciacca ed Acireale (1958), componente effettivo del collegio dei revisori del Consorzio per la costruzione della strada di grande comunicazione Palermo-Catania (1962), membro del collegio sindacale del Centro sperimentale per l’industria della cellulosa, della carta e delle fibre tessili (1963).

Nel 1963 venne nominato presidente di Sezione alle sezioni della Corte per la Regione siciliana, due anni dopo gli vennero, inoltre, conferite le funzioni per l’esercizio del controllo sulla gestione finanziaria dell’Ente siciliano di elettricità (Ese), nel 1967 venne designato, dal Presidente della Corte, alla nomina a presidente del collegio dei revisori dell’Ente minerario siciliano e nel 1970 divenne componente effettivo del collegio dei revisori dell’Azienda autonoma per la gestione del patrimonio turistico alberghiero della Regione siciliana.

Nello stesso anno Rossano venne nominato Presidente della Corte dei conti (d.p.r. 4 settembre 1970) ed esercitò le relative funzioni sino alla data di collocamento a riposo, per raggiunti limiti di età, nel 1971 (d.p.r. 11 gennaio 1971).

In occasione del suo discorso d’insediamento sottolineò l’importanza della funzione di controllo; funzione tipica ed istituzionale della Corte che, come ribadì, divenne ancora più significativa in concomitanza dell’attuazione integrale dell’ordinamento regionale. In tale occasione rivendicò, inoltre, il ruolo autonomo e neutrale della Corte anche nel controllo sugli atti delle regioni a statuto ordinario.

Rossano si soffermò, poi, sul problema della giurisdizione contabile e nello specifico sulle pensioni ordinarie e speciali, sottolineando la necessità di snellire ed aggiornare gli strumenti normativi che disciplinavano tali funzioni, rilevando come nell’Istituto fossero già in corso proposte di riforma dell’ordinamento e delle procedure della Corte.

Infine, affrontando il tema dell’esercizio della giurisdizione contabile sugli enti locali, al fine di sopperire alle nuove funzioni attribuite alla Corte, in seguito al venir meno dei Consigli di prefettura, evidenziò la necessità che venisse attuato un decentramento regionale.

Rossano nel corso della sua vita ottenne numerose onorificenze: cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (1932); ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia (1939); commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia (1943); ufficiale della Stella d’Italia (1940); ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica d’Italia (1954); grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica d’Italia (1964); cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica d’Italia (1968).

Mori a Palermo il 31 ottobre 1976.