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Giuseppe Cataldi

Nacque a Napoli il 22 giugno 1906 da Achille e Laura Cataldi, sposò Anna Maria Luisa De Rosa, il 20 settembre 1933, dalla quale ebbe tre figlie Laura Maria (1935), Grazia (1939) e Marina (1946). Si laureò in giurisprudenza (19 luglio1929) ed in Scienze politiche e sociali (5 luglio 1930) presso la R. Università di Napoli.

Cataldi iniziò, nel 1931, la carriera nell’amministrazione dell’Interno prestando servizio come vice segretario in prova presso la Prefettura di Avellino e, dopo aver conseguito l’effettività nel grado, fu chiamato al Ministero e destinato alla Direzione generale della Sanità pubblica nella Divisione VII preposta, prevalentemente, alla risoluzione dei ricorsi amministrativi.

Nel 1933 venne nominato vice segretario in prova al Ministero delle corporazioni (d.m. 26 aprile 1933) ma vi rinunziò proseguendo la carriera nel Ministero dell’interno dove, nel 1936, venne promosso, per anzianità e merito, primo segretario.

Oltre il suo normale lavoro d’ufficio, dal 1933 al 1937, collaborò agli studi della riforma del testo unico della legge comunale e provinciale, alla riforma del testo unico delle leggi sanitarie e alle riforme dei numerosi regolamenti sanitari. Tale collaborazione continuerà anche negli anni successivi nell’ambito della riforma del Codice civile (1939) e del controllo sugli enti sovvenzionati dallo Stato (1940-1941).

Nel 1936 iniziò la sua carriera all’interno della Corte quando partecipò e vinse il concorso per la qualifica di aiuto referendario assumendone il grado l’anno successivo (1 luglio 1937), prestando servizio presso la Procura generale dal 1937 al 1939 e presso il Segretariato generale dal 1939 al 1943. Conseguì, poi, il grado di referendario nel 1947 e di primo referendario, per merito comparativo, nel 1952.

Nel 1942 fu delegato della Corte presso la Società anonima mineraria Monte Amiata. Cataldi, in considerazione della sua personalità di studioso ed indipendentemente dalla sua qualifica di funzionario dello Stato, collaborò attivamente con il Governo.

In distacco temporaneo, presso il Gabinetto del Consiglio dei ministri, venne preposto come segretario capo della Commissione per la riforma dell’amministrazione (d.p.c. 11 ottobre 1944); nel 1947 venne richiamato quale membro aggregato della suddetta commissione per studiare i problemi inerenti gli enti locali e poi fu collocato fuori ruolo del personale della magistratura (d.p.r. del 18 novembre 1955), in quanto distaccato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, quale capo dell’Ufficio per la riforma dell’amministrazione.

Continuò nell’esercizio di tale incarico anche quando, con successivo decreto (d.p.r. 15 aprile 1956), gli venne conferita la promozione a vice procuratore generale.

La collaborazione di Cataldi con il Governo si esplicò anche con la sua partecipazione alla Commissione di studio per il riordinamento dei servizi statistici (1945); fu chiamato, inoltre, a far parte sia della IV sottocommissione “Enti pubblici non territoriali” che della V sottocommissione “Organizzazione sanitaria” con l’incarico di svolgere mansioni di studio nell’ambito della Commissione per studi attinenti alla riorganizzazione dello Stato (1946) afferente al Ministero della costituente.

La sua collaborazione con il Governo si concretizzò nella realizzazione di uno studio preparatorio sul disegno di legge concernente le attribuzioni degli organi del Governo della Repubblica nonché sulla redazione degli schemi preliminari della legge generale sulla pubblica amministrazione e sulla giustizia amministrativa.

Nel 1951 prese parte, quale esperto in materia, al comitato di studi per la riforma dell’amministrazione, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Negli anni seguenti, cessata la posizione di fuori ruolo (1957) e riprese le ordinarie funzioni di magistrato, Cataldi fu chiamato a far parte di numerose altre commissioni; nel 1958 fu componente della Commissione interministeriale per i costi dei servizi delle Poste e delle Telecomunicazioni, nel 1959 venne autorizzato a prendere parte alle riunioni, presso il Provveditorato generale dello Stato, per lo studio dei problemi relativi all’ammodernamento tecnico-amministrativo dei servizi dello Stato e, successivamente chiamato a far parte della Commissione per l’ammodernamento tecnico-amministrativo della pubblica amministrazione e della commissione di studi per la semplificazione dei controlli nella pubblica amministrazione, fu anche membro della Commissione di studio, costituita presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, con il compito di predisporre le norme di attuazione della legge n. 628 del 22 luglio 1961, inerente alle modifiche relative l’ordinamento del Ministero.

Nel 1963, assunse la carica di presidente della Commissione incaricata del riesame della proposta di legge contenente norme generali sull’azione amministrativa e della compilazione del relativo regolamento, e nel 1964 fu presidente della Commissione di studio incaricata di formulare concrete proposte in merito all’attuazione dei codici di individuazione del cittadino sul piano nazionale.

Nel 1965, prospettatasi la necessità di costituire una commissione di esperti della magistratura e della pubblica amministrazione, per l’esame delle numerose proposte ed iniziative in materia di pensioni di guerra, e di individuare le più idonee soluzioni, Cataldi fu inserito, quale magistrato rappresentante della Corte, come membro della Commissione per lo studio dei problemi connessi all’attuale situazione del contenzioso delle pensioni di guerra.

Nel 1970 venne designato, come presidente di Sezione (carica che assunse nel 1966 con d.p.r.18 luglio 1966) a far parte della Commissione di studio con il compito di formulare proposte di riforma dell’attività di controllo della Corte dei conti e dei relativi procedimenti e l’anno seguente partecipò al gruppo di lavoro della Commissione della vigilanza sulla riscossione delle pubbliche entrate.

Nel 1972 partecipò alla Commissione di studio per la predisposizione delle leggi sulle varie materie ed attribuzioni delle regioni e nel 1973 venne autorizzato ad accettare l’incarico di presidente della Commissione paritetica, costituita dal Ministero per il coordinamento dell’attuazione delle regioni, incaricata dello studio di uno schema normativo contenente principi fondamentali in materia di coordinamento di finanza pubblica.

Oltre a prendere parte alla citate commissioni, Cataldi venne designato membro ordinario del Consiglio superiore della pubblica amministrazione, componente del collegio sindacale dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro le malattie (Inam), vice-segretario generale del Centro italiano di studi amministrativi e membro del Consiglio superiore degli archivi di Stato.

Partecipò, inoltre, a numerose commissioni di concorso, relazionò in molti convegni e congressi di studi amministrativi e tenne corsi di perfezionamento per i dipendenti delle varie amministrazioni.

La preparazione scientifica e la conoscenza dell’ordinamento giuridico (nel 1938 fu designato assistente della cattedra di Diritto amministrativo presso l’Università di Roma divenendone dopo, nel 1955, libero docente) nonché la sua partecipazione alle svariate commissioni e ai comitati di studio è documentata anche dagli scritti, dalle relazioni e dalle pubblicazioni che curò nel corso degli anni, per la maggior parte, all’interno di riviste specializzate, con le quali collaborò a vario titolo, tra queste: «Nuova rassegna di legislazione, dottrina e giurisprudenza», «Il Foro amministrativo», «Rassegna di diritto pubblico», «Rivista amministrativa della Repubblica Italiana»; «Il Corriere amministrativo»; «Il nuovo diritto», «L’amministrazione locale», «L’amministrazione italiana», «Rivista trimestrale di diritto pubblico».

Cataldi curò, inoltre, alcune voci del «Nuovo Digesto Italiano» (Casa comunale, Cantoniere, Capoluogo) e della «Nuova Piccola Enciclopedia Italiana», partecipò alla compilazione del Codice delle leggi amministrative (in collaborazione con il prof. Zanobini) e del Codice delle leggi sanitarie (in collaborazione con il prof. La Torre) nonché alla compilazione della bibliografia giuridica internazionale presso l’Istituto di studi legislativi e fu direttore della rivista «L’organizzazione tecnica della pubblica amministrazione» e dell’annessa collana di studi.

Il costante e puntuale apporto reso, in particolar modo in virtù della sua competenza in materia di riforma dell’amministrazione, contribuì alla sua graduale ascesa nella Corte sino all’assunzione della massima carica di Presidente dell’Istituto, avvenuta con d.p.r. del 8 ottobre 1973.

Nel discorso d’insediamento Cataldi illustrò le prospettive delle funzioni di controllo della Corte richiamando anche la necessità di una semplificazione dei sistemi di controllo ed evidenziando l’importanza delle relazioni fatte dalla Corte al Parlamento “… al quale viene sottoposta una visione complessiva e conclusiva di tutta l’azione amministrativa attraverso l’esame della gestione finanziaria …”. Venne collocato a riposo per raggiunto limite di età a decorrere dal 23 giugno 1976 con d.p.r. del 28 gennaio 1976. Cataldi nel corso della vita ottenne numerosi encomi, per i lavori prestati nei diversi uffici, ed onorificenze, cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (1938), commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (1957), cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (1972).

Morì a Cervaro (Frosinone) il 3 settembre 1994.