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Augusto Duchoqué-Lambardi

Nacque a Portoferraio nell'Isola d'Elba (Li) il 5 luglio 1813 da Alexandre Duchoqué di Tournai e da Teresa Rutigni di Portoferraio. Dopo la morte del padre, Duchoqué-Lambardi fu adottato da Pasquale e Francesca Lambardi di Portoferraio. Studiò a Pisa ove si laureò in giurisprudenza il 14 giugno 1834, si iscrisse poi all'albo degli avvocati nel luglio del 1838, ma non esercitò mai la professione. Entrò nell'amministrazione pubblica il 24 febbraio 1839, quando fu nominato terzo commesso della Segreteria della Regia Consulta; nell'aprile dell'anno seguente si sposò con Clarice Fortini dalla quale ebbe tre figli.

Il 20 gennaio 1840 Duchoqué-Lambardi divenne pubblico ministero presso il Tribunale di prima istanza di Firenze, nel febbraio dell'anno seguente fu nominato segretario della Commissione per la compilazione del Codice civile, commissione della quale divenne anche membro nel maggio del 1847; fu inoltre secondo segretario aggiunto della Consulta (maggio 1846) e primo segretario del Ministero di giustizia (agosto 1847).

Nel settembre del 1848 Duchoqué-Lambardi fu nominato secondo consigliere del Governo di Livorno, tale nomina giunse successivamente alla rivolta della città, avvenuta nell'agosto di quell'anno, e contestualmente al tentativo di riportarvi l'ordine con la nomina di un governatore. Duchoqué-Lambardi continuò a svolgere le proprie funzioni anche durante il governo e la dittatura di Francesco Domenico Guerrazzi; fu ministro di Grazia e giustizia e degli affari ecclesiastici a partire dall'aprile del 1849 e fino al maggio seguente, ovvero fino a quando non si formò un Governo nuovo del Granducato.

Dopo aver trascorso un periodo di lontananza dalla vita istituzionale del Granducato, il 21 novembre 1857 Duchoqué-Lambardi venne nominato regio procuratore generale della Corte dei conti e soprintendente presso l'Ufficio dei sindaci. Il 15 settembre 1858 fu nominato consigliere di Stato in servizio straordinario destinato, nel dicembre successivo, come supplente alla Sezione di grazia e giustizia.

La grande stima nutrita nei confronti di Duchoqué-Lambardi negli ambienti governativi fece sì che, nell'aprile del 1859, fosse tra coloro che vennero sollecitati a caldeggiare presso Leopoldo II, Granduca di Toscana, l'alleanza con il Regno di Sardegna. Tale visione “non neutralista” fu tenuta anche da altre eminenti personalità del tempo tra cui l'avvocato Vincenzo Landrini, il quale durante un colloquio con il Granduca invitò costui a chiedere consiglio sulla questione ad altre menti illuminate; tra queste vi era anche Duchoqué-Lambardi, che manifestò chiaramente la sua propensione per l'alleanza con Piemonte e Francia.

Duchoqué-Lambardi mantenne le proprie funzioni durante il governo provvisorio instauratosi a seguito dell'abbandono della Toscana da parte di Leopoldo II. Successivamente alla proclamazione del Regno d'Italia, rimanendo procuratore generale della Corte dei conti di Toscana, entrò a far parte della Commissione per lo studio e la preparazione delle leggi finanziarie e amministrative che venne istituita a Torino presso il Consiglio di Stato. Ben presto Duchoqué-Lambardi grazie alle sue riconosciute capacità di burocrate divenne uno degli uomini più attivi nella costruzione amministrativa del neonato Regno. Dopo lo scioglimento della Commissione anzidetta, Duchoqué-Lambardi rimase nella città sabauda presso il Ministero delle finanze per dedicarsi alla preparazione delle leggi che furono alla base dell'ordinamento finanziario dello Stato. Il 10 maggio del 1862 gli furono assegnate temporaneamente le funzioni di segretario generale del Ministero delle finanze, con facoltà di emanare provvedimenti in caso di urgenza e di rappresentare il ministro durante la sua assenza.

Il 16 novembre 1862 Duchoqué-Lambardi venne nominato senatore, relatore Antonio Giovanola. In quest'ultima veste fece parte della Commissione per lo studio del progetto di legge sulle irrigazioni e bonifiche (gennaio 1863), presiedette la Commissione per la revisione della legge sulla Marina mercantile (aprile 1865); fu inoltre per tre volte membro della Commissione per le finanze (5 febbraio-21 maggio 1863; 4 dicembre 1865-1 febbraio 1880; 19 novembre 1887-13 febbraio 1889), due volte membro della Commissione per la verifica dei titoli dei nuovi senatori (4 maggio 1872-1 febbraio 1880; 19 novembre 1887-27 settembre 1892) e membro della Commissione che doveva dare il parere sul pagamento all'estero del debito pubblico dello Stato (3 maggio 1871). Fu per tre volte commissario di vigilanza dell'Amministrazione del fondo per il culto (8 dicembre 1874-21 febbraio 1876; 16 dicembre 1876-23 gennaio 1878; 22 dicembre 1885-27 aprile 1886), membro della Commissione centrale per la distribuzione dei sussidi agli alluvionati (10 novembre 1872), e di quella che doveva studiare i miglioramenti della legge di contabilità dello Stato (9 agosto 1874), nonché per due volte commissario della Giunta liquidatrice dell'asse ecclesiastico nella provincia di Roma (20 dicembre 1874-21 febbraio 1876; 16 dicembre 1876-23 gennaio 1878).

Il 17 agosto 1863 Duchoqué-Lambardi fu nominato presidente della II Sezione della Corte dei conti, dopo che nel 1862 era stata istituita una Corte unica avente giurisdizione su tutto il Regno. Il 23 aprile 1865 divenne Presidente della medesima magistratura, rimase in carica per circa un trentennio, precisamente fino al 30 dicembre del 1892, quando richiese di essere posto a riposo per motivi di età. Il 5 febbraio 1877 fu nominato presidente della Commissione che doveva definire gli organici delle amministrazioni dello Stato; fu inoltre membro della Commissione per la compilazione di un progetto di legge sulla responsabilità ministeriale (4 marzo 1878) e presidente della Commissione speciale che doveva apportare migliorie nel bilancio dello Stato e sulla legge di contabilità (10 settembre 1878).

Duchoqué-Lambardi fu membro della Società Adamo Smith a partire dal 1874, anno di fondazione del sodalizio i cui aderenti provenivano per lo più dal mondo liberista toscano. Indispensabile fu l'apporto che egli diede nella costruzione dell'apparato amministrativo del neonato Regno d'Italia. Burocrate e uomo di Stato di grande levatura, Duchoqué-Lambardi improntò il proprio operato su criteri di equilibrio ed equanimità così da meritare, indipendentemente dagli schieramenti e dal credo di ognuno, l'apprezzamento da parte del mondo politico del tempo.

Molte furono le onorificenze con cui venne insignito nel corso della propria carriera: fu infatti cavaliere dell'Ordine di S. Stefano (dicembre 1849), cavaliere (aprile 1860), commendatore (luglio 1860), grande ufficiale e gran cordone (dicembre 1867) dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, nonché grande ufficiale (aprile 1868) e gran cordone della Corona d'Italia e ufficiale dell'Ordine di Leopoldo del Belgio.

Duchoqué-Lambardi trascorse gli ultimi anni della propria vita a Firenze, ammalotosi improvvisamente vi morì il 13 dicembre 1893.