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Antonio Tami

Nacque a Udine il 18 febbraio 1846, da Giovanni, possidente, e Carolina Milanese. Sposato con Angela Perelli, dalla quale ebbe due figlie, Maria, coniugata a Giuseppe Giolitti, e Bianca.

Si laureò in giurisprudenza nell’Università di Padova nel 1869 e ben presto intraprese la carriera nella magistratura, nell’ambito della quale raggiunse il grado di sostituto procuratore, 10 marzo 1878, presso il Tribunale di Asti.

Successivamente fu chiamato a prestare temporaneo servizio nel Dicastero di grazia giustizia e culti, come direttore capo della divisione III “Giurisdizione e polizia ecclesiastica” dove si distinse per le sue attitudini amministrative in virtù delle quali divenne membro delegato del Ministero nel Consiglio superiore di statistica, facente capo al Ministero di agricoltura, industria e commercio; in tale ambito Tami percorse rapidamente e con successo tutti i gradi sino al raggiungimento, nel 1894, della massima carica come Direttore generale del fondo per il culto.

La Direzione generale del fondo per il culto svolse un ruolo delicatissimo nell’ambito dei rapporti tra Stato e Chiesa sino ad allora caratterizzati da un aperto contrasto, venuto meno grazie alla abilità, alla diplomazia e alle doti mediatiche del Tami, qualità che gli valsero la nomina di Consigliere della Corte dei conti.

Il 12 marzo 1902 prestò giuramento per la carica di Consigliere della Corte dei conti svolgendo una funzione di vigilanza, al fine di evitare dannose irregolarità nei contratti e nell’erogazione del denaro dello Stato, e di controllo, vagliando tutti gli atti del Governo, o con indagini preventive, o mediante successive repressioni in via contenziosa contro gli abusi di contabili ed amministratori, accertando la responsabilità di ciascuno.

In virtù delle capacità e attitudini dimostrate nel corso della sua carica di Consigliere, venne prima nominato Presidente di Sezione, con regio decreto del 24 dicembre 1911 a decorrere dal 1° gennaio 1912, poi Presidente della Corte dei conti, carica che mantenne dal 29 aprile 1915 al 12 agosto 1919.

In occasione del suo insediamento all’alto ufficio, dichiarò di non aver bisogno di delineare programmi poiché la sua attività e il suo nobile operato erano ben noti nell’ambito della Corte. Lo stesso Carcano, Ministro del tesoro, aveva sottolineato che Tami non aveva bisogno di presentazioni poiché lavorava da più di quattordici anni all’interno dell’Istituto. Gli anni della Presidenza furono particolarmente gravosi; Tami si trovò a capo del massimo Istituto di controllo nel periodo della guerra, in cui i provvedimenti urgenti e di particolare gravità vennero, in maniera cospicua, sottoposti all’esame preventivo della Corte.

In tale periodo, inoltre, Tami dovette fare fronte alla diminuzione del personale in conseguenza del richiamo alle armi, all’aumento delle domande di liquidazione delle pensioni di guerra e alle difficoltà legate all’assunzione di avventizi chiamati a sostituire gli impiagati partiti per il fronte.

Durante la Presidenza, precisamente dal 1917, assunse e tenne ininterrottamente, fino al giorno in cui lasciò il servizio, la Presidenza delle Sezioni di controllo. Sorta, infatti, la necessità, per le esigenze del servizio delle pensioni di guerra, di riunire in un'unica sezione le funzioni di controllo della Corte, queste furono raggruppate nella Sezione I che Tami presiedeva e quando, nel marzo del 1918, venne di nuovo sdoppiato il servizio, egli non ritenne opportuno lasciare la Presidenza della seconda sezione convinto che un’ unica mente dovesse dirigere le discussioni delle due sezioni per garantire una maggiore uniformità nell’espletamento delle funzioni di loro competenza.

Fu membro della Commissione per lo studio della perdita del diritto a pensione degli impiegati civili destituiti, membro della Commissione per la destituzione dall’impiego, membro della Commissione esecutiva per i veterani, membro della Commissione per la designazione dei funzionari della Regia avvocatura erariale da collocarsi a riposo, membro della Commissione sull’azienda dei telefoni dello stato, membro della Commissione per la nomina degli impiegati per l’amministrazione delle colonie. Tali ruoli denotano l’attività ed il contributo che Tami prestò all’interno dei Ministeri del tesoro, delle colonie, della guerra e delle poste e telegrafi, durante i mandati assunti nella Corte.

In virtù dell’attività svolta all’interno della Corte dei conti divenne senatore del Regno con decreto del 17 marzo 1912; nella seduta del 18 marzo, infatti, gli venne conferita la nomina a senatore nell’ambito dell’8ª categoria (i primi Presidenti e i Presidenti del Magistrato di cassazione e della Camera dei conti).

Nella successiva seduta del 27 marzo 1912 venne convalidata la nomina da parte degli altri senatori e prestato giuramento, secondo la formula consueta.

Dal 1913 al 1919 fu membro, all’interno del Senato, della Commissione di contabilità interna, membro supplente della Commissione di istruzione dell’alta corte di giustizia e membro della Commissione di finanze, rivestendo tra il 29 marzo e il 1° dicembre 1915 il ruolo di Commissario di vigilanza all’Amministrazione del fondo per il culto.

Intervenne in materia di bilancio e previsione della spesa pubblica e relazionò su diversi disegni di legge tra cui “Provvedimenti per lo sviluppo di ferrovie ed altri trasporti concessi all’industria privata”, “Riordinamento della Regia avvocatura erariale” e sul “Trattamento di vecchiaia al personale subalterno di ruolo del Ministero delle poste e telegrafi”.

Tami, oltre alle cariche ricoperte all’interno del Fondo per il culto, della Corte dei conti e del Senato, fu Commissario nella commissione degli ospedali riuniti di Roma, Commissario per la statistica giudiziaria notarile, Sindaco effettivo del Consiglio d’amministrazione dell’Istituto di credito fondiario, Presidente della commissione che amministra l’asilo Savoia per l’infanzia abbandonata e membro di nomina regia del Consiglio superiore di assistenza e beneficenza pubblica.

Fu autore di scritti di natura prevalentemente economica-finanziaria; durante gli anni della presidenza al Fondo per il culto, Tami elaborò una serie di relazioni alla Commissione di vigilanza sulla amministrazione del Fondo per il culto, relative a diversi esercizi finanziari, evidenziando la sua sensibilità e competenza sugli aspetti di vigilanza e controllo; scrisse una monografia Sulla funzione giurisdizionale della Corte dei Conti, in cui sollevò la questione giurisdizionale delle deliberazioni emesse dalla IV Sezione in merito alla liquidazione delle pensioni.

Numerose furono le onorificenze conferitegli, cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (1880), ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia (1886), Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia (1887), grande cordone dell’Ordine della Corona d’Italia, cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (1883), ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (1890), commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (1896), grande ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (1916), gran cordone dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (1917), commendatore dell’Ordine di Isabella la Cattolica.

Morì il 12 agosto 1919 a Torino.