La Sezione controllo enti della Corte dei conti ha approvato, con Delibera n. 134/2023, la relazione sulla gestione 2021 dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) che, fino al 30 giugno 2022, ha attuato la previdenza e l’assistenza in favore degli iscritti all’Albo dei giornalisti e nel Registro dei praticanti tenuto dall’Ordine dei giornalisti, oltreché dei rispettivi familiari.
L’attività istituzionale anteriore alla recente modifica di legge era articolata in due gestioni: la principale (Inpgi 1), per la tutela previdenziale e assistenziale obbligatoria dei giornalisti professionisti e praticanti - nonché pubblicisti - titolari di rapporto di lavoro subordinato (a tempo determinato o indeterminato) e iscritti agli Albi e nei Registri degli Ordini regionali dei giornalisti; la separata (Inpgi 2), per giornalisti professionisti, praticanti e pubblicisti in attività professionale autonoma o che svolgono attività giornalistica in collaborazione coordinata e continuativa.
Malgrado i provvedimenti approvati negli anni per ristabilire l’equilibrio finanziario della gestione principale, compromesso soprattutto dalla crisi strutturale dell’editoria, dal 1° luglio 2022 l’Inps è subentrato all’Inpgi, fermo restando il supporto di quest’ultimo durante la gestione transitoria e l’inquadramento di suo personale per la continuità delle funzioni. La legge ha inoltre attribuito all’Inpgi l’onere, entro il 31 gennaio 2023, di modifica dello statuto e dei regolamenti interni, Non risultano, allo stato, ancora approvati né lo statuto, né le modifiche regolamentari. La Corte rimarca, ancora una volta, la necessità dell’avvio tempestivo delle azioni previste.
Sul versante della gestione principale, aumentano (+1,93%) i ricavi delle attività previdenziali e assistenziali. I costi complessivi crescono del 2,52%, con un saldo che raggiunge il risultato negativo di -190,571 milioni nel 2021 (-188,408 nel 2020). Per la cessione di pressoché tutti gli immobili al Fondo immobiliare, l’incidenza della gestione immobiliare sull’attività complessiva è in discesa, seppur accompagnata dall’aumento rilevante del valore contabile del portafoglio titoli sulle attività patrimoniali nell’ultimo triennio. Il risultato di esercizio mostra un disavanzo di 201,17 milioni di euro legato al peggioramento del disavanzo della gestione previdenziale e assistenziale (-190,57 milioni) e al contemporaneo miglioramento della gestione patrimoniale, (+20,19 milioni sul 2020). Il patrimonio netto 2021, composto dalla riserva di garanzia IVS, dalla riserva generale e dal risultato di gestione dell’anno, si attesta a 1.104,757 milioni, con una diminuzione del 15,78% sull’anno precedente. Il rendiconto finanziario evidenzia un incremento delle disponibilità liquide a fine esercizio di 21 milioni di euro, con un saldo finale pari a 50,48 milioni (erano 29,47 a inizio esercizio).
La gestione separata (Inpgi 2), finalizzata alla liquidazione in regime contributivo della pensione di invalidità, vecchiaia e superstiti, nonché all’erogazione del trattamento di maternità, non pone problemi di sostenibilità, in virtù di un rapporto tra obbligati e pensionati pari a 20,67 e una media delle pensioni erogate, di 2.263 euro mensili. I ricavi 2021 sono in crescita di 18,912 milioni (+38%), per il maggior importo dei contributi obbligatori (da 45,82 ai 56 milioni del 2021) e di quelli non obbligatori (da 2,72 a 10,60 milioni). I ricavi della gestione patrimoniale (depositi bancari, postali, e portafoglio titoli) crescono di circa 2,284 milioni e i costi di 0,647 milioni. Il conto economico chiude in avanzo per 46,47 milioni (+20,35 milioni sul 2020), per il saldo positivo della gestione previdenziale (57,4 milioni) e l’avanzo (2,946 milioni) della gestione patrimoniale. Il patrimonio netto a fine esercizio si attesta a 782,38 milioni (contro i 735,91 del 2020), con destinazione al fondo di riserva. La gestione reddituale ha comportato un aumento delle risorse finanziarie (46,044 milioni, contro i 32,957 del 2020), in parte (15,918 milioni) impiegato nel patrimonio finanziario immobilizzato e in parte (15,012 milioni) nel patrimonio finanziario dell’attivo circolante.