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21/03/2023 Roma
Sezione del Controllo sugli Enti

La Sezione controllo enti della Corte dei conti ha approvato, con Delibera n. 23/2023, la relazione sulla gestione 2021 della Lega italiana per la lotta contro i tumori (LILT).

Le spese degli organi centrali e del personale sono in aumento, rispettivamente del 3,04% e del 3,10%, con una incidenza delle spese correnti del 5,38%. Le spese del personale delle associazioni provinciali sono aumentate del 12,08%, con una incidenza delle spese correnti del 26,01% (28,95% nel 2020). 

La gestione finanziaria della sede centrale evidenzia un risultato di competenza positivo, generato da maggiori entrate (11,36%) e minori spese (12,72%). Il risultato economico dell’esercizio 2021, sempre per la sede centrale, è positivo per 1.525.187 euro (426.272 nel 2020), in virtù dell’aumento del valore della produzione costituito sostanzialmente dalle entrate correnti, pari a 4.497.843 euro (4.335.952 nel 2020) e per la diminuzione dei costi passati da 3.876.280 euro a 3.060.676. 

La Corte ha invitato l’Ente a ridurre la dipendenza dal contributo pubblico (pari al 94%), potenziando le risorse proprie e incrementando l’attività istituzionale.

Il conto economico dell’aggregato ammonta a 3.125.606 euro (- 29,38% rispetto ai 4.425.709 del 2020). La gestione caratteristica ha un saldo positivo pari a 2.703.071 euro (4.314.703 nel 2020). Il saldo positivo della gestione straordinaria, ancora presente nel rendiconto 2021, contribuisce - osserva la Corte - in buona misura al risultato positivo di esercizio, indice di un’attività finanziaria delle associazioni provinciali, da monitorare, da parte della sede centrale, per verificare il grado e la natura degli investimenti realizzati, che devono essere di basso rischio e in linea con la missione istituzionale dell’Ente.

Il patrimonio netto dell’aggregato 2021 è pari a 74.708.147 euro (+4,97% rispetto ai 71.582.541 del 2020). Il settore immobilizzato cresce dell’11,04%; l’attivo circolante 2021 evidenzia una flessione delle disponibilità liquide del 7,30% non compensata dai residui attivi, pur in aumento del 4,74%. Le passività dell’aggregato sono rimaste, rispetto al 2020, sostanzialmente costanti.

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