Presidente della Corte dei conti
05/05/2025
Incontro
Rilettura del Trattato di contabilità pubblica del Prof. Salvatore Buscema
La nuova contabilità pubblica a cura di Angelo Buscema
Guido Carlino - Presidente Corte dei conti
Biblioteca della Corte costituzionale - Roma - 5 maggio 2025
Buongiorno a tutti.
È per me un privilegio partecipare a questo incontro, dedicato a temi di grande rilevanza per la Corte dei conti, alla presenza di eminenti giuristi e studiosi, ai quali porgo il mio cordiale saluto.
Ringrazio per il gradito invito la Commissione per la Biblioteca, che mi ha dato l’opportunità di intervenire alla presentazione della rilettura del “Trattato di contabilità pubblica” del Prof. Salvatore Buscema, Presidente onorario della Corte dei conti, curata dal giudice costituzionale Angelo Buscema, che saluto cordialmente.
Con questo apprezzabile lavoro collettivo Angelo è riuscito pienamente a dare continuità agli studi avviati dal padre e a mostrare, in chiave evolutiva e in maniera armonica, una panoramica dei principali profili che contraddistinguono la contabilità pubblica, prendendo le mosse dalla concezione organica che Salvatore Buscema aveva di questa disciplina.
Il Prof. Buscema, valente magistrato contabile, attento studioso e figura rappresentativa nella cultura e nella ricerca, con la sua opera, sempre attuale, ha scrutato con analisi critica e scrupolosa i diversi istituti che costituiscono le solide fondamenta del diritto della contabilità pubblica.
I molteplici settori in cui ha operato nell’arco dell’intensa carriera come magistrato contabile, oltre ai numerosi e alti incarichi da lui assolti, testimoniano la sua versatilità.
Si è dedicato, infatti, al controllo preventivo di legittimità, alle attività propedeutiche al giudizio di parificazione del bilancio dello Stato, curando diversi capitoli del referto annuale e al conto generale del patrimonio dello Stato. In veste di Presidente di Sezione, si è occupato del controllo sugli enti locali, di cui auspicava il rafforzamento, considerata l’elevata quota di spesa pubblica da essi amministrata, nel quadro degli equilibri generali della finanza pubblica.
Quanto alla funzione giurisdizionale, numerose sono le sue decisioni sui giudizi di responsabilità per danno erariale; come relatore sui conti giudiziali, si è attivato in più occasioni per il riconoscimento dell’obbligo della resa del conto giudiziale da parte di molteplici figure di agenti contabili, affermando il carattere necessario del giudizio di conto, che costituisce la primigenia funzione giurisdizionale della Corte dei conti.
Animato dalla passione per la funzione svolta, riflessa anche nell’ampia produzione di pubblicazioni che hanno alimentato la dottrina sui temi più stimolanti, e nell’attività didattica svolta, il Presidente Buscema ha di certo lasciato un segno indelebile nell’azione istituzionale della Corte dei conti, a cui ha dedicato, con impegno e professionalità, gran parte della sua vita e per la quale si è speso con entusiasmo non comune.
Ha sostenuto con convinzione il fermento di idee in seno alla Corte dei conti, volte a un’apertura sempre maggiore e al suo costante aggiornamento, contribuendo a innalzarne il prestigio e a renderla l’Istituzione che è oggi.
Un lascito, il suo, duttile per natura, che ben si innesta nella dimensione dinamica, in continua evoluzione, della contabilità pubblica, anche alla luce degli scenari geopolitici, economici e sociali che ispirano i cambiamenti moderni.
La materia finanziaria e contabile pubblica, infatti, dimostra di essere in grado di adeguarsi all’incessante trasformazione che tocca i sistemi sociali, economici e istituzionali, dove rileva il quotidiano vivere insieme con regole comuni, e dove i diritti e le responsabilità si calano nella realtà, diventando ordinamento vivente.
Tanto è vero, che gli argomenti trattati nel volume, intitolato “La nuova contabilità pubblica”, allargano lo sguardo al più ampio orizzonte degli aspetti economici e finanziari connessi alla forte spinta trasformativa proveniente dal processo di integrazione europea applicata alla contabilità e al bilancio pubblico.
Non a caso, gli insegnamenti del Prof. Buscema prendevano le mosse dall’osservazione empirica, in chiave critica, dei fenomeni e delle prassi contabili riscontrate nell’esercizio quotidiano della sua proficua attività di magistrato contabile, svolta con l’orgoglio di chi opera ogni giorno a garanzia del bene comune, per ricomporsi in una visione organica e sistemica tra contabilità pubblica, funzioni della Corte dei conti e parametri finanziari dell’ordinamento costituzionale.
Questa visione rappresenta la cornice fondamentale in cui trova espressione il ruolo della Corte dei conti come garante imparziale della legalità finanziaria, nel rispetto delle norme nazionali e di quelle sovranazionali, declinata in ragione dell’equilibrio di bilancio, della sostenibilità del debito pubblico e della corretta gestione delle risorse, della cui attuazione deve farsi carico il complesso delle amministrazioni pubbliche.
La materia del bilancio, allora, non è una questione meramente tecnica ma contraddistingue l’assetto istituzionale della Repubblica, perché investe il riparto delle funzioni fra lo Stato e le autonomie territoriali, nonché la garanzia dei diritti sociali.
Tutto ciò costituisce la premessa e l’orizzonte delle funzioni di controllo e giurisdizionali della Corte dei conti, saldamente radicate nel tessuto costituzionale che, con portata diversa ma convergente, operano sinergicamente in rapporto di reciproca complementarità, nella prospettiva del buon andamento e della prevenzione della mala gestio, e sono esercitate a salvaguardia dell’interesse finanziario pubblico.
L’opera svolta dal Prof. Buscema, di studio e di approfondimento dei temi di contabilità e finanza pubblica, ha consentito di enucleare i principi fondamentali che esaltano il ruolo che la magistratura contabile riveste per la collettività e che si inverano nel controllo rigoroso delle spese e delle attività delle pubbliche amministrazioni. Un ruolo che è inteso a dare maggiore spazio alla sana e oculata gestione dei mezzi pubblici e all’atteggiamento corretto e limpido di chi amministra i beni comuni, che costituiscono risorse da tutelare a vantaggio di tutti.
Il Presidente Buscema esortava a guardare con occhio critico l’esistenza di zone d’ombra in quei settori che abbracciano gli interessi dell’intera collettività e nei quali i controlli della magistratura contabile si rendono particolarmente utili.
Ciò, in quanto riteneva di non potersi prescindere dall’applicazione della contabilità pubblica, quale paradigma di buona amministrazione per l’azione di chi maneggia pubblico denaro, né dalla conseguente verifica accurata della Corte dei conti, per i loro concreti riflessi sul sistema delle garanzie poste a favore della cittadinanza.
Fulcro del suo pensiero è, infatti, la considerazione della contabilità pubblica come strumento privilegiato atto a dare evidenza ai bisogni e agli interessi finanziari dei cittadini e a consentire loro di avere piena cognizione dell’uso che viene fatto del denaro pubblico. Questa sua indiscussa utilità ne rende necessaria l’autonomia scientifica e didattica, attraverso l’elaborazione rigorosa dei suoi contenuti e dei principi generali.
La tutela dei diritti sociali della collettività, che il Presidente Buscema aveva molto a cuore, è dunque un traguardo che impegna fortemente la Corte dei conti nell’assolvimento del suo ruolo a garanzia degli interessi finanziari di tutti i cittadini, che trova espressione con l’esercizio integrato delle funzioni di controllo e giurisdizionali, capisaldi caratterizzanti e inscindibili della nostra missione al servizio delle comunità.
È proprio con questo spirito che siamo animati “dalla consapevolezza di rendere un servizio, volto a far crescere nella società la cultura della legalità”, secondo l’incoraggiamento che ci ha rivolto il compianto Papa Francesco in occasione dell’incontro con la Corte dei conti nel 2019 incoraggiandoci “a proseguire con serenità e serietà nel [proprio] ruolo, che è centrale nella definizione di importanti momenti di coordinamento della finanza pubblica”.