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18/02/2021
Sezione del Controllo sugli Enti

L’avanzo di amministrazione registrato nell’esercizio è pari ad euro 49.586.163 e segna un incremento del 172% rispetto a quello determinato al termine dell’esercizio 2017 (euro 18.243 mila). Il consistente incremento (ante vincoli e accantonamenti) risulta dovuto essenzialmente alla mole di residui attivi (in netto aumento) e passivi (in consistente diminuzione) conservati nell’esercizio 2018 e non ad un aumento delle disponibilità certe e liquide, che in realtà diminuiscono di un importo pari ad euro 8.390.542, passando da euro 128.809.927,90 (2017) ad euro 120.419.385 (2018). I residui attivi dell’esercizio raggiungono l’importo complessivamente di euro 66.811.409, registrando un incremento del 84 per cento rispetto al valore del 2017. I residui passivi ammontano complessivamente ad euro 137.644.632 con un decremento, rispetto alla consistenza iniziale (euro 146.848.807), di euro 9.204.175. Benché positivo, il risultato di amministrazione dell’esercizio 2018, è notevolmente condizionato dall’effettiva sussistenza e consistenza dei residui attivi e, in particolare, di quelli provenienti dagli esercizi precedenti, stante l’indice di anzianità e la modestissima percentuale di riscossione.

L’avanzo di amministrazione sostanziale (pari a euro 20.127.53) risulta sovrastimato nella parte in cui non risultano valorizzati, in violazione della normativa anche regolamentare vigente (art. 17 Regolamento di contabilità), i vincoli per fondo rischi contenzioso (spese legali e interessi), contabilizzati solo nella parte passiva dello stato patrimoniale.
E’ quanto emerge dalla Relazione della Sezione controllo enti della Corte dei conti sulla gestione della Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) per l’esercizio finanziario 2018, approvata con deliberazione n. 10/2021.

Nonostante l’avanzo economico aumenti ad euro 9.421.999 ed il valore del patrimonio netto registri un incremento del 36 % rispetto al precedente esercizio attestandosi a 35.616.242 euro, la Corte rileva specifiche criticità con riferimento alle dinamiche della gestione del bilancio, alcune delle quali di carattere strutturale, tra cui la mancata approvazione di un regolamento contabile aggiornato all’attuale panorama normativo (il regolamento vigente risale al 2008), di un sistema di contabilità economico-analitica e di un sistema di controllo di gestione, basato su rilevazioni analitiche per centri di costo e centri di responsabilità; nonché il mancato rispetto dei termini approvazione del bilancio preventivo e consuntivo, con tutte le conseguenze a questo connesse anche in termini di efficiente gestione dell’attività di programmazione e, quindi, del complessivo sistema di bilancio.

Ulteriori criticità, infine, vengono sollevate sulle attività svolte dall’AGEA in ambito europeo.

In primo luogo, la Corte evidenzia che la Commissione europea nel 2018 ha definanziato alcune spese sostenute dagli Organismi pagatori riconosciuti dallo Stato italiano e dichiarate a carico dei fondi FEAGA e FEASR per l’“assenza di ripetizione dei controlli”, da parte di AGEA, riflettendosi negativamente sul bilancio dello Stato.

In secondo luogo, la magistratura contabile invita l’Ente ad adottare, per quanto di propria competenza, misure organizzative e provvedimenti funzionali a prevenire e/o evitare le conseguenze pregiudizievoli conseguenti all’incapacità di spendere, nei tempi assegnati, i finanziamenti U.E. Dalla documentazione, infatti, emerge che l’importo del finanziamento UE utilizzato dall’Italia (Programmi nazionali e Regioni e Province autonome), al 31.12.2018, ammonta ad euro 2.953,1 milioni a fronte del finanziamento comunitario di euro 10.444,4 milioni.

Inoltre, secondo i dati forniti da AGEA, alla data del 31 dicembre 2020, la capacità di spesa si attesta all’importo di euro 6.276.020.547 (su 10.444,4 milioni di finanziamento).

Per quanto riguarda le funzioni di sostegno intestate ad Agea nel comparto nazionale, la Corte ha rilevato – con riferimento all’ esercizio 2018 - una situazione di tendenziale stallo nella dinamica dei trasferimenti (impegni e pagamenti) delle risorse assegnate dallo Stato. In merito ai costi, nel 2018, gli impegni per spesa di personale ammontano a 16,1 milioni di euro, di cui 2 milioni relativi alle spese del personale dirigente e 14,1 milioni per oneri di personale non dirigente, registrando consistenti disallineamenti rispetto al correlato dato degli impegni (pari al -2 % per il personale non dirigente e pari al più 16 per cento per il personale dirigente).

La Sezione ha, inoltre, segnalato la necessità che l’Amministrazione adotti misure funzionali ad efficientare, in termini di razionalizzazione degli oneri connessi, la complessiva dinamica dei rapporti in essere con SIN SpA e, in particolare, con i soci privati, evitando di gravare il bilancio con oneri privi dei necessari presupposti normativi e contrattuali.

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