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15/04/2022 Roma
Corte dei contiSezioni riunite in sede di controllo

Garantire il riequilibrio dei conti pubblici, ma gestire il rientro dal debito con gradualità offrendo il supporto necessario ai bilanci di famiglie e imprese.

A fronte della nuova crisi che ci investe, è oggi più che mai indispensabile poter contare sugli effetti del Piano di ripresa e resilienza sia in termini di investimenti che per la capacità delle riforme che sono previste di stimolare maggiore crescita e quindi minor deficit e debito.

È quanto emerso ieri, davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, durante l’audizione sul DEF 2022 della Corte dei conti, in cui il Presidente Guido Carlino ha sintetizzato gli esiti dell’esame condotto dalle Sezioni riunite in sede di controllo dell’Istituto.

Lo scenario macroeconomico delineato dal Documento è condivisibile e ben disegnato, ma esposto ad ulteriori, considerevoli rischi che, se si dovessero materializzare, richiederebbero una appropriata ricalibratura delle scelte di bilancio. Grazie al “trascinamento” dovuto all’elevata velocità con la quale la “macchina produttiva” è entrata nel corrente esercizio e, nonostante l’arretramento congiunturale già messo in conto per il primo trimestre dell’anno, il Pil crescerebbe nel 2022 in media del 2,9% e poi a tassi via via più contenuti. 

È opportuna quindi la scelta, pur rimanendo entro gli obiettivi già previsti con la Nadef, di ritagliare nei conti pubblici spazi per intervenire sulle maggiori criticità, rinviando l’eventuale ricorso a margini di sostegno ulteriori, in attesa delle regole che vorrà assumere l’Unione europea in termini di bilancio e della definizione di una politica comune anche in materia energetica.

Resta fondamentale accrescere il potenziale di sviluppo dell’economia, rimuovendo gli annosi ostacoli che lo hanno limitato nei decenni che ci stanno alle spalle. 

Vanno portate a termine riforme da cui si attendono risultati di rilievo nel prossimo futuro: dalla riforma dell’amministrazione finanziaria e da quella fiscale, una maggiore equità e un miglioramento della competitività del sistema produttivo; dalla riforma del quadro di revisione della spesa pubblica, il recupero di margini di risparmio utili ad un rientro dai livelli di spesa legati alla fase emergenziale. 

Occorre evitare che le spinte inflazionistiche portino ad un ridimensionamento dei programmi di investimenti previsti con il PNRR accelerandone la realizzazione. E ciò contando sui progressi ottenuti con il processo di aggiornamento della normativa degli appalti, sul rafforzamento della capacità amministrativa attraverso i piani di assunzione specificamente previsti; e accelerando l’implementazione delle strutture tecniche di coordinamento, così come il sostegno delle capacità progettuali delle amministrazioni territoriali.