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Ufficio Stampa - Comunicato stampa n. 16 del 24/03/2021

“Dal controllo svolto sulla documentazione trasmessa è emersa una sostanziale regolarità degli andamenti in un contesto di adeguata implementazione dei nuovi istituti dell’armonizzazione contabile, l’assenza di tensioni immediate sul piano della gestione della liquidità e il rispetto del limite di indebitamento nel periodo considerato”.

E’ quanto si legge nell’indagine svolta sui principali aspetti della gestione finanziaria di Roma Capitale nel triennio 2017-2019, approvata con deliberazione n. 22/2021/PRSP dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per il Lazio.

Nel rendiconto 2019 (l’ultimo disponibile), risulta ancora significativa, invece, la presenza di residui attivi vetusti che richiede un’accelerazione dell’attività di riscossione delle entrate e di ricognizione e definizione delle posizioni più risalenti, con particolare riguardo ad alcune tipologie di crediti vantati anche nei confronti della Regione Lazio, come pure consistente è l’incidenza sul bilancio capitolino di accantonamenti a fini prudenziali, necessitati dall’esigenza di assicurare una congrua copertura alle passività potenziali e tali da comprimere la capacità di spesa corrente dell’Ente.

In proposito, osserva la Corte, si presentano rilevanti, anzitutto, le risorse da destinare al Fondo perdite partecipate, la cui attendibile determinazione è stata inficiata, nel tempo, dalla grave anomalia legata ad annosi ritardi e carenze nell’approvazione dei bilanci da parte di numerose società e organismi partecipati, rispetto alla quale l’Amministrazione ha reso note, in sede istruttoria, le iniziative in corso al fine del recupero delle gestioni pregresse.

Appaiono, tuttavia, ancora di complessa ricognizione e quantificazione le passività potenziali gravanti sul bilancio dell’Ente: dai debiti per oneri espropriativi e acquisizioni sananti, ancora di incerta determinazione e imputazione nei rapporti con la Gestione commissariale per il debito pregresso, all’esposizione debitoria per garanzie fideiussorie assunte in esercizi passati fino alle diverse specie di debiti fuori bilancio rilevanti ai sensi dell’art. 194 TUEL, per le quali sono stati registrati forti ritardi nella tempistica delle procedure di riconoscimento da parte dell’Assemblea Capitolina. La Sezione ha, pertanto, richiamato l’Ente ad effettuare valutazioni prudenziali e rigorosamente motivate nella determinazione degli accantonamenti in sede di prossima approvazione del rendiconto di gestione 2020, rispetto al quale sono state riferite alcune iniziative in corso al fine di recepire i rilievi formulati dalla Sezione.

Dall’istruttoria svolta dalla magistratura contabile sono emerse carenze strutturali e risalenti nel tempo sul piano della governance del sistema delle partecipazioni detenute dall’Ente, in particolare, riguardo alla riconciliazione delle posizioni di debito/credito e, più in generale, all’assenza di un sistema informativo idoneo a rilevare – come necessario - i rapporti finanziari, economici e patrimoniali tra l’Ente e i suoi organismi partecipati. Da qui il richiamo della Corte ad una complessiva rivalutazione della concreta efficienza del sistema dei controlli interni, implementando, nello specifico, le misure intraprese sul piano dell’effettività del c.d. controllo analogo sulle società in house ai fini di un compiuto esercizio delle prerogative del socio pubblico.

La complessità del fenomeno partecipativo di Roma Capitale ha implicato anche un primo esame delle principali situazioni di crisi finanziaria delle società controllate e partecipate dall’Ente e delle possibili ricadute sul bilancio comunale. In tale ambito è emersa la difficile situazione di AMA S.p.A., per la quale sono state avviate, da parte della società e dell’Amministrazione capitolina, le attività finalizzate all’approvazione dei bilanci di esercizio 2017-2019 e di apposito Piano di risanamento aziendale, che prevede numerose misure di sostegno finanziario a carico del socio pubblico, tali da implicare la necessità di una rigorosa valutazione ex ante, non solo in ordine all’idoneità del Piano stesso ai fini del raggiungimento delle condizioni di riequilibrio economico, patrimoniale e finanziario della società nell’arco temporale predefinito, ma anche della sostenibilità dei relativi oneri a carico del bilancio pubblico.

Corte dei conti
Ufficio stampa

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